Queste sono le foto del Tartufo Bianco Pregiato che vediamo nella maggior parte dei siti o delle riviste, ma non sempre esse trasmettono la difficoltà che abbiamo dovuto affrontare nell’escavazione del tuber o quali stratagemmi ha dovuto adottare il nostro fedele amico per arrivare all’ambito bottino.
Ed e’ per questo che ho scattato le foto che vedrete, attraverso esse si può capire il perché questo prezioso frutto della terra arrivi ad avere dei costi vertiginosi e perché non tutti riescano a trovarne con facilità.
Decido di partire con il buio per poter arrivare al luogo prescelto con il sorgere del sole, sperando che nessuno mi anticipi.
Il mio Toro scava con impeto entrando addirittura sotto il lastrone di cemento, ma le terra era già mossa, evidentemente qualcuno ci aveva già anticipato. Peccato, perche’ vista l’intensità di lavoro della mia ruspa doveva essere proprio un bel tartufo.
Anche questa volta la posizione e’ impervia ma in poco tempo riesce a creare un varco grazie alla sua muscolatura visibile e ben sviluppata.
Ormai il foro e’ circa 50 cm e il Toro riesce ad entrarci con quasi tutta la parte anteriore del corpo, lo blocco di nuovo e questa volta mi basta mettere la testa nel foro per sentire il profumo inconfondibile del tuber magnatum pico.
Intravedo la parte superiore del tartufo, cosi’ metto via il vanghino ed inizio a lavorare soltanto con le mani per allentare la terra ….. finalmente il tartufo viene a galla completamente.
Dopo le 10 fatiche d’Ercole che abbiamo sostenuto per trovare questo tartufo decido di recarmi in un posto più comodo, lungo gli argini del Tevere, dove i ritrovamenti sono più numero ma di piccole dimensioni.
Sono presenti piante primarie (pioppi e querce e qualche nocciolo selvatico) ed anche fitti rovi che rendono la cerca del Toro un po’ più complicata del previsto.
Metto via la macchina fotografica perché in questo tipo di ambiente i tartufi si sviluppano in superficie e con poche “raspate” sono già fuori del terreno o comunque a rischio di rottura dovuta all’impeto del cane.
Il bottino finale non e’ da capogiro ma comunque di tutto rispetto visto la scarsità di piogge di questo pazzo autunno e grazie alla calda canna nasale del mio Toro e’ sempre un divertimento uscire per boschi.