27/2/2012 18:40:00
News ed Eventi : FNATI, Il Presidente Sabella partecipa a due convegni

Il primo convegno si intitola:

“Il tartufo: prodotto di sviluppo del territorio. (Esperienze a confronto)”.

 

Il secondo convegno si intitola:

“Nuovo approccio alla coltivazione del tartufo nero pregiato”

 



F ederazione

N azionale

A ssociazioni

T artufai

I taliana

 

Si comunica che sabato 18 febbraio alle ore 10.30, in occasione della Fiera Mercato “Nero Norcia”, si è tenuto l’incontro programmato, per la discussione delle nuove proposte di modifica alla legge quadro n. 752/85.

Si è svolto in municipio, nell’ambito di un convegno intitolato:

 

“Il tartufo: prodotto di sviluppo del territorio. (Esperienze a confronto)”.

 

Cronaca: Apre la seduta, il Sindaco Gian Paolo Stefanelli; annuncia che il presidente della Commissione Agricoltura: Paolo Russo, non ha potuto partecipare.

Prosegue dicendo che aveva promosso alcuni incontri preliminari che non hanno avuto luogo, per cui non c’è un’intesa condivisa; precisa che uno di questi doveva tenersi ad Acqualagna.

Umberto Bernardini, presidente di FITA, lo informa che il maltempo lo ha impedito, senza trovare una sua condivisione poiché rimane perplesso e indispettito.

Il Sindaco si augura che oggi si possa ottenere una sintesi condivisa fra le varie categorie.

Giancarlo Picchiarelli, in rappresentanza delle Città del tartufo, è del parere che i percorsi sono difficili poiché devono mettere assieme interessi contrapposti; formula un discorso che rispecchia quello già esposto in Commissione agricoltura, improntato sulla tracciabilità del tartufo, riforma fiscale, marchi trasparenti, tutela dell’ambiente, difesa dalle importazioni fraudolente, programmi territoriali, additivi di sintesi e altro.

Tutte richieste che FNATI condivide.

Ada Spadoni Urbani (Senatrice), ritiene che il tartufo sia un prodotto di filiera e un traino per l’economia dei territori e dello sviluppo industriale. Aggiunge che la produzione è in calo e che la carenza viene sopperita in parte dalle coltivazioni che garantiscono la perpetuazione della specie, pertanto invita a fare nuovi impianti.

Per quanto riguarda la fiscalità, precisa che all’estero il tartufo è un prodotto agricolo e che anche in Italia l’aliquota IVA deve essere al 4%, prosegue dicendo che l’esportazione è in difficoltà poiché l’IVA è troppo elevata.

Per quanto riguarda i tartufi in vasetti è del parere che l’etichettatura deve precisare cosa c’è dentro, per quanto riguarda gli aromatizzanti è un po’ vaga, auspica che ci siano severi controlli. Desidera che le aziende del settore siano certificate a livello europeo.

Carlo Emanuele Trappolino, (On. Comm. Agr.), afferma che bisogna rendere trasparente il settore, tutelare e far conoscere al consumatore il prodotto. Loda la legge regionale umbra che tutela le tradizioni, i tartufai e la sua economia.

Aggiunge per quanto riguarda il mercato che la domanda è flebile, l’offerta è frammentata, coinvolge numerosi operatori della produzione e istituti scientifici. Precisa che la produzione spontanea rappresenta il 45% del mercato, che il 70% interessa il tartufo fresco. Prosegue dicendo che la produzione è in calo per motivi climatici, ecologici e per il sommerso. Ritiene che la nuova fiscalità, che potrà legare il tartufo al suo territorio. Ritiene indispensabile che l’etichettatura sia trasparente anche per difenderci dalle importazioni di tartufi cinesi.

Giampiero Bocci, (On. Segretario di presidenza), ritiene che sia utile l’iniziativa di cercare di creare una normativa in grado di mettere assieme interessi diversi. E’ del parere che la nuova legge deve essere migliorativa e dare soluzioni.

Dice che le Regioni legiferano per conto proprio e che bisogna fare armonizzazione. Ritiene che l’attuale sistema fiscale metta in difficoltà gli imprenditori, poichè l’IVA ora non è detraibile. Per quanto riguarda l’etichettatura dice che le regole chiare esistono già, bisogna solo applicare quelle esistenti. Per la tracciabilità ritiene che sia strettamente legata alla fiscalità. Prosegue dicendo che se il tartufo è un reddito importante, non può essere uno sport, ma deve appartenere ai proprietari dei fondi, anche se sono pochi. E’ d’accordo di favorire la costituzione di tartufaie coltivate che hanno avuto riscontri scientifici importanti; desidera che vi siano destinate risorse, poiché ora s’investe poco. E’ dell’avviso che il piano di sviluppo rurale considera erroneamente quello del tartufo un settore di nicchia, anche se molti altri settori di nicchia sono aiutati, vini ecc. Dice che bisogna fare pressione a livello europeo per aiutare il settore.

Massimo Buconi, (Consigliere regionale Umbria), interviene dicendo che desidera essere impertinente; dice che non va bene il calo della produzione sia sul bianco e sia sul nero e, che siano considerate due questioni diverse, ritiene però che si debba favorire entrambe per la ripresa della produzione, conservando le tartufaie esistenti. Desidera che le tartufaie coltivate non siano ritenute un bosco, per cui non devono sottostare a queste regole. Per quanto riguarda le tartufaie naturali dice che vanno mantenute, che deve essere favorita la pastorizia e realizzate le mappature dei territori con norme di tutela mirate.

Ritiene importante sia la figura del tartufaio e sia quella del tartuficoltore. Dice che il tartufo è “Res comunis” (Cosa comune), come la selvaggina e la legge sulla caccia prevede territori calcolati in percentuale per le riserve.

Ritiene che non si debba minare la libera ricerca in nome del prodotto agricolo che fa sparire la figura del tartufaio.

Per quanto riguarda la ricerca scientifica, dice che la regione debba favorire gli studi intrapresi dall’Università di Perugia.

Nicodemo Oliviero, (On. Com. Agr.), ringrazia il sindaco per l’iniziativa, apre dicendo che la filiera del tartufo non ha colore politico, ma si devono risolvere i problemi; ritiene che nonostante le emergenze e le problematiche che investono attualmente il parlamento, anche se il tartufo è un prodotto di nicchia, dobbiamo lavorarci e fare ugualmente una buona legge. Dice che nel pacchetto PAC si dovrà cercare di tener conto del tartufo. E’ del parere che la ricerca deve restare libera; è contrario a considerare il tartufo come un prodotto agricolo, ritiene che come per la caccia, le riserve, debbano essere regolate percentualmente a livello comunale. Per il tartufo trasformato, desidera che la scritta: “Aromi naturali” sia utilizzata solo per il contenuto del vasetto col 100% di tartufo, mentre negli altri casi si deve indicare prodotto aromatizzato. Per quanto riguarda la fiscalità dice che la legge del 2005, non va bene e che deve essere modificata, assegnando una franchigia per le spese al raccoglitore. Chiude dicendo che la Commissione agricoltura appoggerà le proposte su una base costruttiva.

Il Sindaco Stefanelli, fa notare che sono già le ore 13, per cui non ci sarebbe più tempo per il dibattito, chiede se ci sono interventi, e una volta calcolati gli stessi, concede ad ognuno tre minuti.

Umberto Bernardini, pres. di FITA, consegna ai presenti la sua proposta, che è la stessa consegnata in Comm. Agricoltura in data 11 febbraio. Chiede che l’art. quattro, conceda il diritto ai conduttori di tartufaie di raccogliere i tartufi anche senza il tesserino. Concorda con l’On. Bocci, che ritiene le leggi regionali caotiche. Trova giusto che la PAC, sostenga le Az. Agricole professionali e ambientali e non il prodotto, chiede che questo sia applicato a DOC per il tartufo. Chiede anche che all’art. 2135 del c.c., sia aggiunta anche la tartuficoltura come attività agricola.

E’ d’accordo di rivedere la legge forestale per le tartufaie coltivate. Desidera che il “Res comunis omnium”sia mantenuto per i tartufi e la selvaggina, mentre ritiene che non lo sia nella tartufaia coltivata e controllata. Informa che a Siena si sono avuti risultati sulle tartufaie di bianco.

Romeo Moscatelli, vice presidente dell’Asso Tartufo di Norcia, legge farneticando e urlando un vero e proprio romanzo, nel quale si fa l’apologia della denigrazione della categoria del tartufaio e si incensa quella dei commercianti della Val Nerina, che per decenza non riportiamo. Nonostante i richiami del presidente a moderarsi e a rispettare i tempi ha continuato a leggere imperterrito il documento sino al termine.

Domenico Manna, (Pres. Ass. Tartuficoltori P. Fontana di Spoleto), chiede che sia dichiarato prodotto agricolo solo il Tuber melanosporum la cui presenza è denunciata dal pianello ed è soggetto a scavo.

Landucci, (Pres. Asso Tartufo di Norcia), loda quanto proferito da Romeo Moscatelli, difende l’attuale legge fiscale e continua oltre il tempo assegnato a demonizzare i tartufai.

Gregorotti, proprietario di tartufaie si dichiara d’accordo con l’On. Bocci e desidera raccontare una storia che inizia nel 1200, al che il presidente lo invita a tagliare corto. Storia tutta improntata alla denigrazione dei tartufai.

Bruno SABELLA, (Presidente di FNATI), interviene per ultimo e vista l’ora tarda, aderisce alla richiesta del Sindaco, di essere breve; non ritiene di rispondere alle ingiurie proferite nei confronti della categoria da lui rappresenta, poiché si commentano da sole. Dice che come si aspettava, oggi si è assistito alla rappresentazione del Film della Val Nerina; precisa che fuori da questo confine, nessun commerciante di tartufi si sognerebbe mai di proferire le calunnie udite e di chiedere l’eliminazione della figura e del ruolo dei tartufai; anzi, precisa che i rapporti sono ottimi e che molti commercianti sono iscritti alle associazioni tartufai locali e li sponsorizzano per varie iniziative.

Aggiunge che FNATI sta a pieno titolo in Europa e che fa parte del GETT, (Gruppo Europeo Tartufo e Tartuficoltura) del quale è membro fondatore. Precisa che il fatto che in Italia il tartufo non è prodotto agricolo, in Europa non infastidisce nessuno, aggiunge che questo non ha impedito la realizzate le norme CEE-ONU in materia di commercio e consumo dei tartufi, che sono state realizzate sulla falsa riga di quelle italiane e che ora stanno tutelando i consumatori europei.

Assicura che i tartufai pagheranno le tasse nella forma proposta da FNATI, cioè con un riconoscimento di un bonus fiscale forfettario per il riconoscimento delle spese sostenute, ritiene che con questo sistema fiscale gran parte delle attuali emergenze saranno risolte. I rappresentanti di Asso tartufo, interrompono a varie riprese con urla e offese il presidente, il quale li ha invitati a comportarsi educatamente come ha fatto lui durante i loro interventi.

Dice di essere rimasto abbastanza deluso dal convegno, che nella fase finale del dibattito, non ha portato a progressi ma a passi indietro. Ritiene che questi interventi plateali, siano solo volti a influenzare i membri della Commissione parlamentare.

Dichiara di essere una persona concreta e determinata a ottenere una buona legge, chiede che da questa riunione possa scaturire la data e il luogo per una riunione veramente ristretta delle categorie interessate, come programmato.

Ritiene che questo non sia possibile, senza coinvolgere al Ditta URBANI, industria principale del settore.

Informa di aver conferito in precedenza con i suoi titolari, i quali si sono resi disponibili a ospitare un’eventuale riunione a Scheggino in occasione di una manifestazione locale che si terrà nei giorni 10 e 11 marzo.

Gian Paolo Stefanelli, concorda pienamente con l’opinione di Sabella, che ringrazia per lo spirito costruttivo e chiede agli interessati, che accettano, di aderire alla proposta.

Il sindaco di Scheggino si assume l’impegno di dare l’ospitalità, si riserva di comunicare la data e il programma.

Fernanda Cecchini, (Assessore regionale alle politiche agricole), in chiusura cerca di trarre dal dibattito degli elementi positivi, informa che in questo periodo si stanno apportando modifiche alla legge regionale dei tartufi, auspica che presto si possa approvare la legge nazionale, per legiferare nel suo rispetto.

Nella sua esposizione è spesso interrotta dai rappresentati di Asso tartufi, non sappiamo se a torto o ragione sull’interpretazione di alcune leggi.

Alle ore 14,00 il presidente dichiara chiusa la seduta.

 

COMMENTO:

 

Troviamo positivo che il presidente della Commissione agricoltura Paolo Russo, non abbia accolto l’invito, dimostrando di mantenere una posizione d’imparzialità.

Gli incontri preliminari promossi dal sindaco Stefanelli in altri territori non hanno avuto esito positivo, a dimostrazione che la posizione della Val Nerina non è condivisa altrove.

Urbani Tartufi – La loro preoccupazione è anzitutto la dicitura sulle etichette poste sui vasetti; non desiderano che nei prodotti misti, sia indicato che gli aromatizzanti sono di sintesi o chimici, sarebbero orientati a indicare semplicemente la parola “aromi” senza indicare se naturali o di sintesi. Posizione che potrebbe essere accolta in contropartita al riconoscimento del sistema fiscale desiderato dai tartufai, e la rinuncia dell’IVA al 4%. Si deve tener presente che la sterilizzazione dei prodotti trasformati alla temperatura di 120°, le cellule olfattive sono distrutte e il contenuto fa schifo, per cui una piccola aggiunta di aroma ne favorirebbe l’appetibilità.

A FNATI interessa che gli aromi siano eliminati nella ristorazione sul tartufo fresco.

Dobbiamo entrare nell’ordine d’idee che senza un accordo con Urbani non si va da nessuna parte.

Città del tartufo – Sostanzialmente esse parlano il nostro linguaggio, per cui dovremmo trovare in loro un alleato.

FITA – La loro posizione è condivisibile; sostiene la libera raccolta, esiste ancora un contrasto sul mettere limiti alla creazione di tartufaie controllate, questione sulla quale non possiamo transigere.

Asso Tartufi Norcia – L’intenzione di influenzare con i loro interventi plateali i rappresentanti della politica ha ottenuto il risultato opposto, vista l’ironia da essi manifestata durante gli interventi. Inoltre l’insistere sul mantenimento della legge attuale che nessuno desidera più e che ha dato risultati fallimentari, li pone al di fuori dell’opinione generale.

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Di pomeriggio, sabato 18 febbraio, mi sono recato ad Acqualagna, su invito del Comune, dove l’indomani mattina dove era previsto un convegno, in occasione della 29^ Fiera Regionale del Tartufo nero pregiato, manifestazione che non ha avuto luogo, a causa della notevole quantità di neve ancora presente sul territorio. Titolo del convegno:

 

“Nuovo approccio alla coltivazione del tartufo nero pregiato”

 

                   Si è trattato di un’interessante esposizione di Emidio Angelozzi, titolare della “Angelozzi Tartuficoltura” di Roccafluvione (AP), il quale ha illustrato appassionatamente, con ricchezza di dettagli e proiezioni, metodi e tecniche di coltivazione da lui messe a punto e che sono apparse veramente innovative; sotto certi aspetti possiamo ritenere che sono veramente rivoluzionari nel campo della tartuficoltura, tecniche che investono:

 

-          Preparazione dei terreni – Lavorazioni suoli e creazione di fossati di scolo per convogliare e regolare lo spandimento delle acque a evitare frane.

-          Messa a dimora piante – tecniche e accorgimenti.

-          Protezione piante – Recinzioni per evitare danneggiamenti da animali.

-          Coltivazione piante – Zappatura parcelle.

-          Rinnovo chiome piante – Tecniche di potatura.

-          Irrigazione – Impianto innovativo.

 

La relazione ha conseguito molto successo da parte dei numerosi tartuficoltori presenti, che hanno riservato ad Angelozzi un lungo e fragoroso applauso.

 

Sono presenti:

 

Andrea Pierotti – (Sindaco del Comune di Acqualagna), che rileva il valore del convegno, vista l'importanza e la competenza dei partecipanti. Aggiunge che sia la legge regionale Marche e sia quella nazionale, sono oggetto di una profonda ristrutturazione. Prosegue dicendo che serve un piano nazionale per la tartuficoltura come attività agricola specializzata. Dice che i costi della tartuficoltura sono troppo alti e anche quelli delle recinzioni, si augura che si possa trovare un equilibrio fra le varie parti in causa.

Massimo Ciabocchi – (Presidente Comunità Montana Catria e Nerone), dice che la sua comunità è ricca di tartufo. Spera che la nuova legge tenga nel dovuto conto le esigenze dei tartuficoltori e delle tradizioni e la tutela dell’ambiente.

Paolo Topi – Presidente A.N.C.T. - (Ass. Nazionale Conduttori Tartufaie), si dichiara molto onorato di avere come ospite Emidio Angelozzi, che definisce il miglior tartuficoltore mondiale. Aggiunge che la sua associazione tutela il tartufo, è contro la cucina molecolare per ciò rilascia un bollino di qualità ai ristoratori che non impiegano additivi chimici nella gastronomia del tartufo. Informa che il bando per i contributi regionali è stato rimandato al 30 aprile.

Umberto Bernardini – (Federazione Italiana Tartuficoltori Associati). Illustra la proposta di legge di FITA e chiede al presidente di FNATI, si sedersi nel pomeriggio a un tavolo di trattativa per stabilire una linea comune da presentare in parlamento. Sabella dice di conoscere bene il documento e che le cose condivisibili sono la quasi totalità, ritiene che col buon senso si potrà giungere a un documento condiviso. 

Gian Luigi Gregori, direttore del Centro Sperimentale di Tartuficoltura: ASSAM Regione Marche, fa le funzioni di moderatore del convegno, ritiene indispensabile incrementare la costituzione di nuovi impianti per la produzione del tartufo. Aggiunge che le Marche promuovono e finanziano la tartuficoltura come pure le recinzioni.

Mattia Bencivenga, (Università di Perugia), comunica che in collaborazione con la Regione Umbria, ha pubblicato un manuale per la coltivazione del tartufo, redatto assieme a collaboratori dell’Università di Perugia.  Questo il titolo:

 

“Manuale di TARTUFICOLTURA – Esperienze di coltivazioni dei tartufi in UMBRIA”.

 

Si può richiedere direttamente alla Regione Umbria.

Sabella chiede al Prof. Bencivenga di mandargli per mail l’immagine della copertina, unito a un commento per la pubblicazione su “Il Tartufaio Italiano”, ricevendone conferma e ringraziamento.

 

Durante il dibattito si sprecano i complimenti per Angelozzi, riceve però anche qualche critica per quanto riguarda le zappature.

Emidio Angelozzi, afferma che la sua tecnica non vuole essere un incoraggiamento a zappare sistematicamente le tartufaie spontanee, che anche lui condanna; ritiene però che lo si deve fare quando la produzione decresce o è scomparsa.

 

Al pomeriggio Bernardini e Sabella, hanno valutato lungamente le rispettive proposte, il vero scoglio è rappresentato dalla limitazione percentuale alla costituzione di tartufai controllate, che FITA desidera non siano sottoposte a limiti, a suo dire: per il bene dell’ambiente.

E’ dell’avviso che la loro estensione non raggiungerà mai il limite percentuale fissato da FNATI, ma che per principio essa non deve essere limitate.

Sabella è del parere che non sia il momento delle questioni di principio, ma delle cose concrete, poiché l’iter della legge andrà avanti indipendentemente dall’accordo fra le controparti, perciò si deve trovare una sintesi.

Propone che per la nuova legge sia stabilito sin d’ora, un periodo di prova della durata di sei anni, alla scadenza del quale ci ritroveremo per verificare se ha ben funzionato e se sarà necessario fare qualche aggiustamento.

Su queste basi Bernardini si è dichiarato abbastanza possibilista.

E’ anche d’accordo per quanto riguarda i prodotti trasformati misti a tartufo contenuti in vasetti, di aggiungere la frase: “Contiene aromi”, come desiderato dal settore industriale.

Ci siamo pertanto dati appuntamento a Scheggino come stabilito.

 

Distinti saluti

 

Bruno SABELLA


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